Emanuele Cavalli (1904-1981) – tono e forma–realtà e magia

Anticoli Corrado – 15/09/2019 : 19/04/2020

LA MOSTRA INTENDE INDAGARE, CON UNA SELEZIONE DI IMPORTANTI CAPOLAVORI PROVENIENTI DA COLLEZIONI PRIVATE, GLI ASPETTI NODALI DELLA PRODUZIONE DEL PITTORE EMANUELE CAVALLI (LUCERA 1904 – FIRENZE 1981), TRA I PROTAGONISTI DELLA COSIDDETTA “SCUOLA ROMANA”.

Comunicato stampa

La mostra intende indagare, con una selezione di importanti capolavori provenienti da collezioni private, gli aspetti nodali della produzione del pittore Emanuele Cavalli (Lucera 1904 – Firenze 1981), tra i protagonisti della cosiddetta “Scuola Romana”. A partire dai primi anni Trenta del Novecento, l’artista fu tra i più convinti promotori di quella rinnovata concezione della pittura basata sugli accordi cromatici che culminò nella stesura del “Manifesto del Primordialismo Plastico”, firmato nel 1933 insieme a Giuseppe Capogrossi e Roberto Melli

Cavalli maturò il proprio linguaggio pittorico frequentando assiduamente il borgo di Anticoli Corrado, lavorando in una sorta di comunione artistica con pittori di primo piano quali – oltre al già citato Capogrossi – Felice Carena e Fausto Pirandello, del quale si espone un raro ritratto, realizzato sul retro di un noto dipinto degli anni giovanili (Riposo, 1928).
Le ricerche condotte dal pittore lucerino sui rapporti tra i toni della pittura e quelli della musica – memori delle sperimentazioni compiute a cavallo tra Ottocento e Novecento da alcuni dei più importanti artisti attivi in Europa, da James Whistler a Vasilij Kandinskij – si concretizzano non solo nei più noti ritratti, composizioni a più figure e paesaggi, ma anche in numerose nature morte.
Preponderante in mostra sarà il tema della figura, centrale nell’immaginario dell’artista: ritratti, ma anche grandi composizioni e nudi, come Il bagno del 1937, e Figure allo specchio del 1939, uno dei più noti capolavori del pittore pugliese. Dal tonalismo dei Melograni del 1937 all’assolutezza geometrica delle Sfere dell’ultimo periodo, l’esposizione propone quindi un focus sulle nature morte, in una rassegna che evidenzia l’evoluzione del suo complesso linguaggio artistico: un percorso lento, coerente e profondamente meditato, fortemente influenzato dalle discipline esoteriche ed ermetiche, che l’artista studiava con passione come molti dei suoi colleghi negli stessi anni, e successivamente dalla filosofia Zen.
«Come per la composizione, così per il colore, bisognerebbe giungere ad una assolutezza di colorito», scriveva Cavalli già nel 1938; «in una perfetta composizione nessuna linea, nessuno spazio potrà avere mutamenti o spostamenti; un colore rosso, per esempio, non potrà essere sostituito da nessun altro tono neppure di qualità, come un altro tipo di rosso. L’impostazione tonale, la composizione di colore è tale che a due toni ne succede un terzo che danno la tonalità. A somiglianza dei suoni».
Un volume a cura di Manuel Carrera, pubblicato a corredo della mostra da De Luca Editori d’Arte, ripercorrerà il percorso del pittore ponendo l’accento sul suo vissuto e sulle connessioni con le maggiori personalità dell’arte del suo tempo, grazie alla collaborazione dell’archivio dell’Associazione Emanuele Cavalli.

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